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![]() ENVER BEY (o Enver Pascià, Istanbul 1881 - Ceken 1922). Militare e statista turco. Impegnato per tre anni contro i guerriglieri in Macedonia, aderì al Comitato di unione e progresso, finché, posto sotto inchiesta, si diede alla macchia con altri compagni nel giugno 1908, preparando la rivoluzione del luglio successivo, in seguito alla quale fu nominato addetto militare a Berlino, ma si dimise nel 1911 per partecipare da volontario alla guerra italo-turca, dopo la quale riprese l'attività nel Comitato di unione e progresso e partecipò al colpo di stato del 1913 che trasformò la monarchia costituzionale del 1908 in dittatura militare unionista. Capo di stato maggiore durante la Seconda guerra balcanica, ministro della Guerra dal 4 gennaio 1914, tenace fautore di una stretta alleanza con la Germania, assunse il comando effettivo delle forze ottomane nella Prima guerra mondiale. Fondò un'organizzazione speciale, che svolse operazioni di guerriglia in Macedonia e in Libia, nel Caucaso e in Iran, puntando sulla solidarietà islamica e, più tardi, anche su parole d'ordine panturaniche (panturanesimo). In seguito alla sconfitta fuggì con altri capi unionisti (2 novembre 1917) prima a Odessa e poi a Berlino. Nel 1920 a Mosca chiese l'appoggio per Atatürk ma poi si trasferì in Asia centrale, facendo credere ai sovietici di voler organizzare i musulmani locali contro l'impero britannico, in realtà sforzandosi di riunire diversi gruppi di uzbeki per ostacolare la penetrazione sovietica nel Turkestan. Morì in combattimento contro forze sovietiche. |
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